Confalone (Novartis) a Future in Healthcare: “Scienze della vita punta di diamante, da sostenere con adeguata politica industriale”

Condividi:
Share

Le scienze della vita rappresentano oggi “una vera e propria punta di diamante dell’industria italiana. È uno dei settori a più alta crescita e a più alto impatto, anche qualitativo, dal punto di vista dell’occupazione. In Italia il settore fa registrare 50 miliardi di euro di produzione manifatturiera, di cui 49 miliardi destinati all’export. Il comparto è trainante per l’industria italiana ed è quindi fondamentale avere una strategia e una politica industriale che consenta a questo settore di continuare a fare innovazione e a crescere. Ecco, in questo momento viviamo una fase complessa in cui nonostante ci sia oggettivamente un riconoscimento da parte delle istituzioni dell’importanza di questo settore, poi le difficoltà che ogni Governo deve affrontare ci portano a una situazione abbastanza complessa”. A sottolinearlo Valentino Confalone, amministratore delegato Novartis Italia, ospite della prima puntata del nuovo format Future in Healthcare, dedicato agli incontri con i protagonisti della sanità del futuro.

“La legge di bilancio – commenta Confalone subito dopo lo sbarco alla Camera della manovra – prevede un aumento minimo del Fondo sanitario nazionale, parliamo di appena 1,3 miliardi, assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze di salute e alle esigenze specifiche della farmaceutica. Quindi questo oggi è un grido di dolore: rimane invariato il tetto di spesa destinato all’investimento in farmaci ospedalieri, dove l’innovazione si concentra, e addirittura è prevista una riduzione della quota del prezzo di un farmaco che viene tolta all’industria e viene spostata a favore della distribuzione: credo che sia una scelta difficilmente comprensibile. Positivo invece l’allargamento della possibilità di avere accesso al fondo per i farmaci innovativi”.

In più, a livello europeo, “l’evoluzione legata alla nuova legislazione farmaceutica ha luci ed ombre. In particolare c’è un tema che ci preoccupa, quello della proposta di riduzione della protezione della proprietà intellettuale in un’area nella quale la ricerca e sviluppo è così fondamentale, così come lo è la tutela degli investimenti di lungo periodo: ormai occorrono quasi 2 miliardi di euro per sviluppare un nuovo farmaco, con alta percentuale di fallimenti lungo il percorso. Ridurre in questo contesto la durata della protezione intellettuale decisamente rischia di inficiare la capacità dell’Europa di fare innovazione. Dall’altra parte c’è necessità di far evolvere i sistemi sanitari nazionali, non solo quello italiano: il tema della sostenibilità è fondamentale e occorre un cambiamento di paradigma, dobbiamo smettere di guardare alla spesa in salute come a un costo, e pensarlo come un investimento di lungo periodo sulla salute dei cittadini e quindi anche sul benessere della società e sullo sviluppo economico. Per farlo, bisogna ripensare il meccanismo attuale di budget a silos che separa la spesa in previdenza dalla spesa in salute. Dal punto di vista della spesa farmaceutica la chiave è guardare olisticamente all’impatto di un nuovo intervento, di una nuova innovazione, sull’insieme del sistema. E’ complesso farlo, ma credo che da questo punto di vista ci sia una grande attenzione del ministero della Salute e del Governo italiano in generale che anche in Europa si è fatto portavoce di questa esigenza”.

Si sta per chiudere il mese ‘rosa’, ottobre, dedicato alla sensibilizzazione sul tumore del seno, “la forma a più alta prevalenza tra le donne: ogni anno in circa 55.000 ricevono una diagnosi di tumore alla mammella e nel corso della vita questo accade a una donna su 8. Quindi stiamo parlando indubbiamente di una grande priorità dal punto di vista della salute. Elemento positivo sono gli enormi avanzamenti fatti dal punto di vista della diagnosi, dello screening e della cura. E oggi quasi il 90% delle donne che hanno una diagnosi di tumore della mammella, a 5 anni è sopravvivente. Questo vuol dire che la malattia oggi ha la possibilità di essere gestita e trattata con efficacia e con buoni risultati nella stragrande maggioranza dei casi. E ciò grazie alle terapie personalizzate, agli avanzamenti tecnologici, alla ricerca, ma anche a uno screening accelerato che permette una diagnosi precoce. Ecco, questo è un punto chiave: oggi siamo all’incirca al 55% di persone che effettuano lo screening fra quelle che dovrebbero. C’è un margine di manovra per un ulteriore miglioramento. Per quanto riguarda l’accesso alle terapie, abbiamo fatto anche qui dei miglioramenti come sistema Italia: oggi abbiamo una media di tempo per l’accesso a livello nazionale di 14 mesi su tutte le nuove terapie, non solo quelle oncologiche. Un valore che è in linea con la media europea, eppure abbiamo ancora dello spazio di manovra per migliorare. Ci sono Paesi come la Germania che in 4 mesi dal momento dell’approvazione del nuovo farmaco riescono a portarne la disponibilità ai pazienti. Purtroppo in Italia abbiamo un ostacolo ulteriore che è quello dell’accesso regionale, che comporta oggi un ulteriore ritardo. E nel caso delle malattie oncologiche questo è del tutto inaccettabile: su questo bisogna assolutamente lavorare per un’ulteriore accelerazione”.

Nel caso del tumore del seno, “gli avanzamenti tecnologici oggi ci danno speranza di ulteriori miglioramenti a livello terapeutico. Noi come Novartis stiamo lavorando su due diverse direttrici per quanto riguarda il tumore metastatico: stiamo investendo moltissimo sulla ricerca per una nuova piattaforma tecnologica, quella dei radioligandi, quindi radiofarmaci, una terapia mirata. Abbiamo in questo momento 6 studi clinici in Italia su 4 diversi tipi di radiofarmaci, con l’obiettivo di riuscire a ottenere risultati su diversi tipi di carcinoma metastatico. Questa è una prima direttrice di investimento in ricerca. Ce n’è una seconda, altrettanto importante, perché chi fra le donne che ricevono una diagnosi di tumore al seno metastatico riesce a curarlo, poi ha un rischio di recidiva nel corso della vita: questo è un altro aspetto fondamentale su cui stiamo investendo, per capire come ridurre il rischio di recidiva attraverso delle terapie adiuvanti rispetto ai trattamenti che si applicano nella fase metastatica”.

“Noi abbiamo un ruolo fondamentale – fa notare l’ad di Novartis – che è quello di continuare a investire nella ricerca di nuove soluzioni cliniche. Ma per rispondere alle sfide della salute a cui ho fatto riferimento è altrettanto importante che Novartis e tutta l’industria farmaceutica si pongano come partner delle istituzioni, delle società scientifiche, delle associazioni dei pazienti, dei cittadini per immaginare la salute del futuro. Noi lo stiamo facendo in questo momento con un progetto che si chiama “Partner per il futuro”, che coinvolge i giovani da diverse parti della società, con i quali stiamo immaginando quale sia il futuro della sanità che vogliamo e quindi cosa dobbiamo fare per arrivarci. Oltre a questo, lavoriamo in partnership con le Regioni per sviluppare soluzioni concrete su temi quali le malattie cardiovascolari, il tema del piano oncologico, per immaginare un miglioramento del percorso di cura del paziente. Non solo ricerca, ma anche miglioramento del sistema salute nel suo complesso”.

 

Notizie correlate

Lascia un commento



SICS Srl | Partita IVA: 07639150965

Sede legale: Via Giacomo Peroni, 400 - 00131 Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 Roma

Daily Health Industry © 2024